Le tre sezioni dell’Aniene

L’Aniene nasce sul Monte Tarino (catena dei Monti Simbruini), tra Filettino e Trevi nel Lazio (FR) e a Roma confluisce nel Tevere, di cui costituisce un sottobacino.
Il bacino idrografico dell’Aniene misura 1.450 Kmq e viene suddiviso in Alta, Media e Bassa Valle.

L’alta valle dell’Aniene - dalle sorgenti del Monte Tarino a Subiaco
È caratterizzata da un regime torrentizio in cui il fiume supera 600 mt di dislivello con centri abitati dai pesi demografici contenuti e pressioni antropiche poco rilevanti è quasi interamente compresa all’interno del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini. Alimentata da un’estesa risorgiva prende forma in località Fiumata, nei pressi di Filettino, incontrando l’importante sorgente del Pertuso presso Trevi. Dopo la confluenza con il Simbrivio, l’Aniene scorre in una valle stretta ed incassata, sempre in mezzo a calcari permeabili, ricevendo il contributo della sorgente dell’Inferniglio presso Jenne, notevole per la grande variabilità della sua portata. A monte di Subiaco, dove termina il tratto più profondo della vallata, il fiume formava tre laghetti (scomparsi nel 1302) creati artificialmente da Nerone, i “Simbruina stagna” (Tacito, Annali, XIV, 22), nei quali si specchiava una sontuosa villa, con funzioni di vasche limarie per la decantazione dell’acqua prima della loro captazione nell’acquedotto Anius Novus.
La piovosità del bacino e la natura carsica del territorio generano vari corsi d’acqua e sorgenti perenni, limpide e potabili, (sorgente e grotta dell’Inferniglio, cascate nei pressi di Subiaco, laghetto di S. Benedetto, la Parata, il lago delle donne, la cascata di Cillittinu).

La media valle dell’Aniene - da Subiaco a Tivoli
In questo tratto prevale la morfologia valliva, che solo in alcuni casi si fa più ampia. Gli insediamenti sono collocati per lo più sulle sommità collinari che si affacciano sulla valle, rimanendo distanti dal corso del fiume: gli unici a ridosso del suo corso sono i centri di Subiaco, Vicovaro e Tivoli e la piccola frazione di Madonna della Pace (nel Comune di Agosta). Un altro gruppo molto importante di sorgenti si trova fra Agosta e Roviano; le più copiose tra esse sono captate e, per mezzo della gigantesca conduttura dell’Acqua Marcia, condotte a Roma, dove servono gran parte della città.
L’Aniene è protagonista nella città di Tivoli attraverso la Villa D’Este - capolavoro del giardino italiano ed inserita nel patrimonio mondiale dell’Unesco - e la Villa Gregoriana - un parco dal grande valore ambientale e storico, a tutt’oggi il più alto esempio di riqualificazione fluviale conseguente all’intervento di difesa idraulica dopo la devastante piena del 1826. Questo è’ il luogo delle spettacolari cascate dell’Aniene – con un salto di 130 metri, dove il fiume salta verso la valle, detta anticamente “Valle dell’Inferno” o anche “Baratro Tiburtino”, creando un maestoso e romantico spettacolo. Ulteriori valenze identitarie del luogo riguardano l’archeologia industriale, come le antiche cartiere o la la centrale idroelettrica dell’Acquoria, una delle prime al mondo a produrre corrente alternata realizzata nel 1892. Data l'ampiezza e l'articolazione di questo ambito, nel Programma di Azione del Contratto di Fiume Aniene le azioni sono state territorializzate per la Media Valle superiore (da Subiaco a Vicovaro) e per la Media Valle inferiore ( da Vicovare a Tivoli).

La bassa valle dell’Aniene - da Tivoli a Roma
Dopo il salto della cascata grande nel c.d. “Baratro Tiburtino”, denso di antiche e dimenticate suggestioni paesaggistiche ma anche di vestigia di un recente passato industriale come la centrale dell’Acquoria, prima impianto idroelettrico in Italia, l’Aniene si immerge nella campagna romana all’altezza dell’antico ponte Lucano, non lontano dalla villa dell’Imperatore Adriano.
Questo tratto, un tempo chiamato Teverone, ha costituito per secoli l’antica “via del Travertino” dalla Roma Imperiale a quella Barocca, una importante idrovia di comunicazione degli scambi produttivi e commerciali. In questo tratto predomina una urbanizzazione diffusa con zone ad elevate densità, aree degradate si alternano ad altre naturali ed agricole, lembi residuali dell’antica campagna romana. Gli insediamenti in alcuni punti si spingono a ridosso delle fasce fluviali e delle aree di esondazione naturale del fiume, Villa Adriana, Tivoli Terme, Albuccione, Lunghezza fino alle propaggini dell’Urbe, dove il fiume si addentra incrociando le antiche vie consolari Tiburtina, Nomentana e Salaria, prima della sua confluenza con il Tevere all’altezza di monte Antenne.
 

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